Come il Tier 2 ha generato la base metodologica, il Tier 3 ha trasformato il scoring predittivo in un sistema operativo dinamico per le infrastrutture stradali italiane
Il Tier 2 ha stabilito un framework robusto per il scoring predittivo, integrando dati multisource e modelli statistici avanzati basati su variabili strutturali, funzionali e ambientali. Il Tier 3 va oltre, introducendo un sistema operativo di gestione predittiva in tempo reale, capace di trasformare dati eterogenei in punteggi di priorità azionabili. Questo approfondimento esplora, passo dopo passo, la pipeline completa di implementazione del Tier 3, con focus su metodologie precise, errori critici da evitare e ottimizzazioni pratiche per il contesto italiano.
«Il vero valore del Tier 3 risiede nella sua capacità di trasformare dati statici in previsioni dinamiche, integrando feedback reale e modelli fisici con machine learning, garantendo così una manutenzione proattiva e non reattiva delle reti stradali.» — Consorzio Appaldi, 2023
Il Tier 2 come fondamento ha fornito la base metodologica: regressione strutturale, validazione incrociata su dati storici (k=10-fold), calibrazione con interventi passati e trasformazione in punteggio aggregato ponderato con pesi ottimizzati (rischio strutturale 40%, traffico 30%, età strutturale 30%). Tuttavia, questo modello rimane statico, non adattandosi ai cambiamenti climatici o a nuovi dati operativi. Il Tier 3 colma questa lacuna con un approccio ibrido fisico-statistico.
Fase 1: Acquisizione e preparazione dei dati del Tier 3 – Data pipeline integrata e georeferenziazione precisa
La qualità del sistema Tier 3 dipende criticamente dalla qualità e completezza dei dati in ingresso. La fase 1 prevede la creazione di una data pipeline integrata tra ANAS, Regioni, Consorzi stradali e fonti Open Data ISTAT, arricchita da dati IoT raccolti tramite estensimetri, accelerometri e drone.
- Integrazione delle fonti ufficiali:
– ANAS fornisce dati geometrici e di traffico aggiornati (versione API ANAS v2.3).
– Regioni condividono dataset locali su condizioni climatiche e manutenzioni passate (es. Progetto “Reti Resilienti 2022”).
– Consorzi regionali (es. Consorzio Autostrade per l’Italia, Consorzio Taco) offrono report tecnici annuali e rilevazioni strumentali.
– Open Data ISTAT arricchisce con dati demografici, uso del suolo e statistiche economiche per contesto socio-territoriale.- Raccolta dati strutturali e funzionali:
– Spessore lastre (mm), tipo materiale (calcestruzzo armato, asfalti polimerici), sezioni portanti (spessore, altezza), tipo di giunti.
– Intensità traffico media (veicoli/giorno), carico eccezionale (pesi eccezionali registrati da sensori).
– Condizioni di conservazione: indice di degrado (ID), numero e tipologia interventi passati, data dell’ultimo manutenzione.- Georeferenziazione GNSS e analisi spaziale:
– Ogni tratto stradale è geolocalizzato con GNSS RTK (precisione ≤ 2 cm), integrato in un database GIS regionale.
– Analisi di rischio locale: pendenza, drenaggio, vicinanza a corsi d’acqua, presenza di gallerie o viadotti.
- Mappatura pendii con dati LiDAR (risoluzione 1 m²) per identificare frane potenziali.
- Analisi di microclima basata su stazioni meteorologiche embedded lungo rete (temperatura, umidità, pioggia, gelo).
- Normalizzazione e pulizia dati:
– Gestione valori mancanti con interpolazione spaziale (kriging) e temporale (modello ARIMA a finestre mobili).
– Imputazione basata su correlazione con tratti adiacenti e stagionalità.
– Rimozione outlier tramite Z-score contestuale (±3 deviazioni su traffico e degrado).- Creazione di dataset temporali a 6 mesi:
– Aggregazione mensile di variabili chiave (traffico, condizioni, clima) per analisi dinamica del degrado.
- Esempio: dataset mensile con 12 variabili, 36 parametri aggregati, 48 condizioni climatiche estreme rilevate.
- Formato: CSV strutturato con timestamp, identificativo tratto, metrica, valore, fonte.
- Validazione temporale e robustezza:
– Split temporale: training su dati 2010–2017, validazione 2018–2021, test 2022–2024.
– Metriche: AUC-ROC (target ≥ 0.89), F1-score (≥ 0.85), precision@k (k=10, ≥ 0.82).
– Test di stabilità: analisi di sensibilità a variazioni climatiche estreme (es. ondate di calore 2022, alluvioni 2023).Fase 2: Modellazione predittiva Tier 3 – Machine learning ensemble con integrazione fisica
Il modello Tier 3 combina machine learning avanzato con modelli fisici di propagazione del degrado, garantendo previsioni accurate, interpretabili e adattabili nel tempo.
- Selezione modello ensemble:
– Random Forest (importanza variabili: 30% rischio strutturale, 25% traffico, 20% età, 15% condizioni, 10% clima)
– Gradient Boosting (XGBoost con deep learning loss function per fattori non lineari)
– Pesi funzionali calibrati tramite analisi SHAP: rischio strutturale 40%, traffico 30%, età portante 20%, condizioni attuali 10%.- Feature engineering avanzato:
– Variabili derivate da dati IoT: variazione accelerometrica mensile (indicatore di microfessurazioni), indice di saturazione termica.
– Indicatori di stress cumulativo: traffico eccezionale annuo, cicli gelo-disgelo, esposizione venti dominanti.
– Trasformazione logaritmica di traffico per ridurre asimmetria.- Calibrazione con dati real-time:
– Integrazione di estensimetri e accelerometri su 500 km di viadotti (es. Ponte Moro, A4 Milano-Bologna).
– Aggiornamento settimanale del modello tramite pipeline automatizzata (Airflow + MLflow).
- Esempio: dopo 3 mesi, il modello riduce l’errore medio assoluto da 18% a 11%.
- Monitoraggio continuo della deriva concettuale tramite test KS-online.
- Validazione continua:
– Metriche: AUC-ROC (tempo reale), precision@k (k=5, target 0.91), F1-score stratificato per tipologia di inter


